Prima dell’anno della pandemia che ha modificato tutti gli scenari, c’è stato un 2019 che ha avuto tutt’altro esito e che, con il senno di poi, acquista un rilievo tutto particolare, perché va considerato come l’ultimo del “tempo normale”. Ne parliamo con Silvia Cantele, che ha coordinato le analisi pubblicate in questo “Top 500” insieme con la collega Bettina Campedelli. Il ‘19 è stato a suo modo un anno spartiacque ed è giusto leggerlo attraverso i dati che arrivano dai bilanci delle aziende. Sotto questo aspetto che anno è stato? È andato bene su diversi fronti. Nonostante la crescita contenuta del fatturato, i risultati reddituali sono cresciuti di più, garantendo un miglioramento negli indici di redditività delle aziende. Sono risultati in aumento anche gli investimenti e la patrimonializzazione, mentre c’è stata una contrazione dell'indebitamento finanziario, garantendo quindi un miglioramento anche degli indici di tipo patrimoniale e finanziario. Partiamo dal fatturato. Cos’è accaduto, in dettaglio? Le 500 maggiori società di capitali vicentine hanno raggiunto nel 2019 un fatturato cumulato di 35,6 miliardi di euro, in crescita dell’1,98% sul 2018. È una percentuale decisamente meno marcata di quella rilevata nell’inserto dell’anno scorso, quando si era attestata sul 5,22%. Lo scenario con cui le top 500 vicentine sono entrate nel 2020 è quello di una crescita contenuta e diffusa in poco più della metà delle aziende: 293 aziende su 500, ovvero il 58,6% ha avuto una variazione positiva (o almeno nulla) del giro d’affari nel 2019. L’anno prima la percentuale era stata del 71,8%. Per le società di capitali vicentine nel loro complesso i dati sono analoghi a quelli delle top 500 o presentano delle particolarità? Nel caso delle società di capitali la crescita media del fatturato 2019 è risultata leggermente inferiore a quella delle top 500, ovvero pari all’1,30% (era stata del 4,38% l’anno precedente). L’aumento di fatturato ha interessato il 49,66% dei bilanci, quindi risulta ancor meno diffuso di quanto non lo sia stato tra le top 500. Questa crescita ridotta del giro d’affari ha avuto ricadute sulle performance reddituali? No, nonostante lo sviluppo contenuto del fatturato, il 2019 ha portato risultati migliori in termini reddituali, che hanno segnato un trend positivo, a conferma di quanto già registrato nell’anno precedente. Il margine operativo al lordo degli ammortamenti (ebitda) per le top 500 è risultato mediamente in crescita del 5,62%. Assai più intenso è stato l’incremento nel reddito operativo (ebit), pari al 10,74%, e ancor più quello del reddito netto che ha registrato un aumento del 20,31%. Anche per il complesso di 14.466 bilanci vicentini il trend dei risultati reddituali è stato positivo, ma decisamente meno intenso di quello delle top 500: l’ebitda ha segnato +1,30%, l’ebit +2,09% e il reddito netto +12,14%. Tornando alle top 500, grazie al maggior incremento dei margini rispetto al fatturato, la redditività lorda delle vendite (ebitda/fatturato) nel 2019 ha avuto una leggera crescita da 8,03% nel 2018 a 8,31%. Il Roa (la redditività del capitale investito lordo) analogamente si è mantenuta superiore al 5%, crescendo (5,18% nel 2018, al 5,53% nel 2019) grazie soprattutto all’incremento della redditività delle vendite (Ros), mentre la rotazione del capitale appare pressoché costante di poco al di sopra dell’1. La redditività netta media (Roe) è quella che registra il maggiore incremento: nel 2019 è passata da 8,81% nel 2018 a 9,97%. Altro capitolo strategico per capire la salute delle imprese è quello che registra il livello degli investimenti e il grado di patrimonializzazione. Qui che segnali sono arrivati dal 2019? Le top 500 hanno presentato un attivo di 33,2 miliardi di euro, con una crescita sul 2018 pari al 3,67%, di poco inferiore a quella registrata nel precedente inserto (+4,49%). Ancora più decisa è stata la crescita della patrimonializzazione: il capitale netto delle top ha registrato nel ‘19 un +6,24%, benché anche questa crescita risulti inferiore a quella registrata sul 2018 (+9,57%). Nel complesso di tutti i 14.466 bilanci, entrambi i valori patrimoniali sono cresciuti, ma a un ritmo superiore a quello delle top 500, soprattutto sul fronte del patrimonio netto (+8,33%). La finanza, infine: l’indebitamento bancario nel corso del 2019 è aumentato o diminuito? Le top 500 hanno rilevato una contrazione, sia nella sua misura “lorda” (debt -3,97%) che in termini di posizione finanziaria al netto della liquidità (PFN -14,78%). La contrazione maggiore di quest’ultima indica che le aziende hanno ridotto i debiti ma anche aumentato la liquidità. Contrazione in controtendenza rispetto all’anno precedente, quando c’era stato un aumento del 3,6% dell’indebitamento... Sì. Inoltre in considerazione della contestuale crescita del patrimonio netto, l’indice debt/equity è calato lievemente da 0,47 a 0,43. Nei conti economici delle top 500 il carico di oneri finanziari risulta invece in crescita (+6,33%) e anche la loro incidenza sul fatturato sale, da 0,66% a 0,69%. L’indice ebitda/Of peggiora leggermente da 12,24 a 12,09. La potenzialità di rimborso dei debiti finanziari con il ricorso al cash flow operativo invece è migliorata, considerato che il Debt/ebitda è sceso da 2,13 a 1,92. • © RIPRODUZIONE RISERVATA
«Il fatturato cresce poco ma la redditività accelera»
