La pandemia ha caratterizzato l'anno appena trascorso, innescando una crisi sanitaria ed economica che ha coinvolto l'intero pianeta. È stata anche una prova di resistenza importante per i territori, che hanno mostrato diversa capacità di reazione.In Italia, la crisi Covid esplode in un momento già non particolarmente vivace per l'economia considerando che tra la fine del 2019 e l'inizio del 2020 il manifatturiero italiano già registrava una fase di debolezza, legata ad un profilo di domanda interna ed estera poco dinamico. Il calo di domanda causato dalla pandemia e dalle misure restrittive messe in campo per il suo contenimento ha portato nel 2020 ad una riduzione del PIL nazionale prossima al 9%.La dinamica recessiva ha interessato anche la provincia di Vicenza. I dati, elaborati da Prometeia e Ufficio Studi PwC, stimano per il 2020 un calo del PIL di questo territorio pari al -9,2%, una contrazione leggermente peggiore rispetto alla media nazionale (-8,8%, secondo le stime Istat). Le prospettive della provincia appaiono, invece, più ottimistiche, con una previsione per il 2021 di +6,4% a fronte di un +4,8% stimato la media italiana.Consumi, e quindi domanda interna, ma anche esportazioni hanno registrato una dinamica pressochè in linea con il complesso del territorio italiano. Per la provincia di Vicenza si stima per il 2020, infatti, un calo dei consumi del -10,8% (rispetto al -11,1% per l'Italia) e delle esportazioni del -10,7% (rispetto ad oltre il -11%). In questo territorio, tuttavia, segnali incoraggianti arrivano dall'export. Dopo il pesante calo nei mesi di lockdown, il terzo trimestre ha segnato una rapida ripresa delle esportazioni (+26,8% rispetto al trimestre precedente), i cui valori restano comunque inferiori ai livelli registrati nel 2019. Quest'area, dunque, evidenzia una buona capacità di reazione, che gli permetterà un rimbalzo più dinamico nel 2021 rispetto alla media nazionale. Sarà in particolare la forte vocazione all'export a trainare la ripresa. I flussi di esportazione sono, infatti, previsti crescere nell'anno in corso di circa il 7%.Dal punto di vista settoriale, i risultati del 2020 risultano molto diversificati. In controtendenza rispetto al dato medio, comunque negativo, il settore agroalimentare locale chiude l'anno appena trascorso in positivo, con un aumento che ha interessato fatturato (+1,7%), valore aggiunto (+0,8%) e produzione industriale (+1,8%) delle imprese. Per questo comparto si evidenzia un risultato negativo solo per l'export (-11,7%) penalizzato dalle difficoltà degli scambi a seguito della crisi sanitaria. Le nuove consuetudini, le nuove scelte di spesa in qualche modo imposte dalla pandemia, hanno sostenuto la domanda interna di questo settore. Per il 2021 si prevede per il settore una accelerazione del trend di crescita.Per il comparto industriale si stima invece un 2020 molto difficile, con un calo del -13% del fatturato, che vedrà nel 2021 una ripresa lenta (+3,5%), che non sarà sufficiente a recuperare a pieno i livelli pre-crisi.L'impatto della crisi è risultato particolarmente negativo per il settore moda che è stimato chiudere l'anno appena trascorso con un fatturato in calo del -25,4% e che nel 2021 non è previsto tornare a crescere.Seppur in territorio negativo, il settore Mobili ha mostrato una maggior resistenza alla crisi rispetto alla media manifatturiera vicentina. Il fatturato del comparto è infatti stimato chiudere il 2020 con un calo del -8,3% ed è previsto tornare a crescere nell'anno in corso a tassi prossimi al 5%, favorito da un buon recupero dell'export (+5,2%).Infine, per il commercio al dettaglio e all'ingrosso della provincia di Vicenza si prevede una contrazione del -6,5% del fatturato e del -7,7% del valore aggiunto. Il rimbalzo previsto per l'anno in corso, non permetterà al settore di tornare sui livelli pre-crisi.Sono numeri che mostrano la gravità del fenomeno che ha caratterizzato il 2020 e che per il 2021 mettono in evidenza una ripresa possibile ma costellata da numerosi punti interrogativi. In realtà, questi risultati potrebbero rappresentare uno scenario prudente della ripartenza del paese, a condizione che il percorso di riforme che questa crisi ha reso ancor più necessario parta in maniera decisa, duratura e diffusa coinvolgendo insieme le imprese e i vari attori di governo. A questo riguardo, un'occasione unica è offerta dai fondi del programma Next Generation UE, un piano che potrebbe rappresentare un vero e proprio piano europeo di investimenti oggi necessari per tornare a crescere.
A cura di Prometeia